EXPOSED, il video storytelling della climber Larissa Arce è ora online

Una storia di forza e determinazione che mostra come nella vita a volte non ci sia bisogno di essere del tutto pronti e perfettamente preparati per affrontare le proprie paure, e dar prova del proprio valore. L’arrampicatrice messicana Larissa Arce si racconta in “Exposed”, un video esclusivo che parla di arrampicata, di sfide più e meno verticali, e di Vita.

EXPOSED, il video storytelling della climber Larissa Arce è ora online

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Dice di essere una persona molto passionale e di mettere tutta sé stessa in quello che fa. Curiosa di natura, riesce sempre a trovare delle ottime guide di vita, non importa che si tratti dell’anziana signora che vive di fronte a casa sua o di un amico. Larissa inizia a scalare vicino a Namiquipa, un piccolo villaggio nel nord del Messico, dove nasce e cresce: in quella zona l’arrampicata non è molto praticata ma ci sono alcune big wall davvero impressionanti. Fin da subito trascorre giorni e giorni in parete, vivendo avventure incredibili: capisce immediatamente che per lei l’arrampicata rappresenta un modo per esplorare l’ambiente nel quale è immersa, un rifugio che le permette di scappare da una realtà molto dura. Ancora oggi, quando è confusa, sente il bisogno di mettersi alla prova su una big wall per ricordare a sé stessa di cosa è capace. 

 

 

In Messico ci sono dei posti pericolosi, inoltre arrampicare è considerato un privilegio per le donne, che culturalmente hanno molte responsabilità nei confronti della famiglia e diversi obblighi imposti dalla società: per queste ragioni Larissa non vive con serenità la sua passione, le sembra di stare facendo qualcosa di male, di non essere al ‘suo posto’, di non fare quello che gli altri si aspettano da lei, di essere sbagliata. In Messico non riesce a scalare con la spensieratezza che vede sui volti delle climber europee. Così, un anno e mezzo fa, decide di lasciare il suo Paese. Una decisione molto difficile, per la quale ci è voluto molto coraggio, presa per un insieme di fattori: per seguire un grande sogno, quello di arrampicare, di sentirsi libera e davvero sé stessa, per il desiderio di iniziare una nuova vita, e per la volontà di far parte di una comunità di scalatori che vivessero la loro passione in maniera genuina.

All’inizio Larissa non ha un’idea precisa di dove trasferirsi, sa che vuole andare in Spagna e cerca un posto che offra ampie opportunità di arrampicare e di allenarsi molto. Quando si imbatte nel nome di Margalef pensa che sia strategicamente fantastico, come posizione, per il clima eccezionale che permette di scalare praticamente ogni giorno dell’anno, per le sue incredibili pareti di roccia. L’impatto con l’Europa è molto forte: la sensazione di libertà è intensa, e Larissa può finalmente provare a divertirsi in montagna senza sentirsi in colpa. Margalef è un posto davvero unico, dove le persone sono super accoglienti, ospitali e calorose, e la fanno sentire a casa. Da qui Larissa, laureata in Marketing pubblicitario, lavora alla piccola società di Digital Marketing e Advertising che ha in Messico, inoltre da lezioni di spagnolo. Rimane costantemente in contatto con la sua famiglia, grazie alla tecnologia, e anche se non è fisicamente presente cerca di essere il più vicino possibile. 

 

 

Il video Exposed racconta questa storia di forza e determinazione, e mostra come nella vita a volte non ci sia bisogno di essere del tutto pronti e perfettamente preparati per farsi coraggio e affrontare le proprie paure, non occorre attendere il momento ‘giusto’ per provare chi sei veramente: il rischio, altrimenti, è quello di aspettare per sempre. Non importa il contesto, le difficoltà e il background dal quale provieni, puoi comunque essere libera e divertirti. Il titolo del video, Exposed, utilizza il parallelismo tra l'esposizione verticale nell'arrampicata e l'esposizione alla paura nella vita reale, come quella sperimentata da Larissa nel momento in cui ha deciso di fare un salto nel vuoto e prendere il volo per l’Europa, un passaggio che la intimoriva molto, per la paura di sentirsi giudicata dagli altri. Oggi crede che quella scelta le abbia permesso di rafforzare la sua personalità e le abbia insegnato che è in grado di superare le sue paure. Larissa ritiene di trovare il coraggio nelle situazioni difficili della vita, che la spronano a trovare soluzioni per superare i problemi. Dice di amare la paura: un sentimento speciale, che le ha insegnato molto nella vita, le ha fatto capire di cosa è davvero capace e chi è veramente.

 

Larissa chi è stato il tuo maestro nell’arrampicata?

Sono stati due: El Gigante, una parete di big wall in Messico, che mi ha permesso di realizzarmi come persona e come climber, e di confrontarmi con me stessa, mostrandomi chi sono, e la community outdoor di arrampicatori, che mi consente di non sentirmi giudicata, mi sostiene senza aspettarsi nulla in cambio e rappresenta uno ‘spazio protetto’, dove essere pienamente me stessa.

 

Dopo quale via ti sei sentita più felice?

A seguito della via Logical Progression su El Gigante, ero davvero felice di essere riuscita a salirla! È stata un’esperienza incredibile, ero in uno stato mentale stupendo, non mi sono mai criticata e ho sentito una profonda connessione con la parete, dove sono rimasta per tre giorni. Mi sono trovata a 400 metri da terra a bere il mio caffè nel portaledge, ero completamente fuori dal mondo, in un’altra dimensione. 

 

 

 

Come ti trovi con la famiglia La Sportiva?

È una domanda speciale per me. Come ho detto, avevo davvero paura di venire a vivere in un nuovo continente nel quale non conoscevo nessuno e non avevo punti di riferimento. E poi, inaspettatamente, ho incontrato questa grande famiglia che è La Sportiva, che mi ha detto: Hey, non sei sola! Per noi sei importante e ci prenderemo cura di te! Non capivo da dove nascesse questo interesse, alla fine ero solo un’immigrata, non ero nessuno. È stato molto importante per me essere così considerata, non mi sentivo più sola!

 

Come ti vedi in futuro?

Vorrei non perdere l’entusiasmo che metto sempre in tutto quello che faccio. So che invecchiando non scalerò più al livello di oggi ma voglio mantenere la motivazione, cercherò vie più lunghe, per le quali la resistenza gioca una parte maggiore. Inoltre in America Latina siamo ancora molto lontani dalla parità di genere, molte donne si sentono in difficoltà a causa della nostra cultura che ci impone molti limiti, ci dobbiamo prendere carico di molteplici doveri. Vorrei dire alle ragazze del mio Paese che sono coraggiose, che possono andare in montagna, sentirsi libere, vivere le loro passioni, ed essere felici. Voglio andare in Chiapas, dove so che esiste una piccola community di donne che arrampicano, e aiutare le ragazze che si trovano nella stessa situazione in cui ero io all’inizio, per esempio costruendo una palestra di arrampicata nella quale le donne possano essere supportate e incoraggiate senza sentirsi in pericolo o in colpa. Quando qualcuno ti ascolta e ti appoggia, la vita è molto più semplice!

 

Chi sarebbe Larissa Arce se non fosse una climber?

Sarei un’appassionata musicista, oppure un’artigiana, amo lavorare con le mie mani! Sarei una creativa, sono una persona curiosa e mi piace molto sperimentare. Amo l’arte e la musica: ho un pianoforte, qui a Margalef, che si chiama Rolando!

 

 

Text: Marta Manzoni

Photos: Matteo Pavana